Basta posti in deroga, si trasformino in organico di diritto, già almeno 700 milioni di euro di danno erariale in Italia. Esposto di ODS alla Corte dei Conti di Palermo contro il MIUR

In data 06 Aprile 2018, Osservatorio Diritti Scuola ha depositato Esposto alla Corte dei Conti di Palermo (scarica il formato pdf) contro la reiterata decretazione dei posti in deroga sul sostegno da parte dell’USR Sicilia. Si riporta l’integrale versione dell’Esposto al fine di consentire a genitori, insegnanti, giornalisti e a associazioni e a amministratori e politici, di avere accesso a tutte le informazioni e ai dati qui denunciati. Esposto di ODS alla Corte dei Conti di Palermo contro il MIUR

Lo Stato ha deciso di fare cassa. Ha messo un tetto limite di insegnanti di sostegno nel 2007. Tetto dichiarato assolutamente inammissibile dalla Corte Costituzionale con una sentenza storica nel 2010. Il ministero, invece di provvedere e trasformare l’organico dei posti in deroga, in organico di diritto ha semplicemente fatto finta di nulla. Ad oggi ci sono ancora circa 50 mila posti in deroga in Italia e 6000 solo in Sicilia”.

Perché “Sono frutto soprattutto dei ricorsi fatti dalle famiglie e ce ne sono stati più di 100 mila negli ultimi 10 anni in tutta Italia. Ogni provvedimento giudiziario che accoglie le richieste dei genitori degli studenti che hanno diritto all’insegnante di sostegno, prevede un indennizzo di 1000 euro per ogni mese che il ragazzo resta sprovvisto di docente o anche solo seguito per un numero di ore di sostegno inferiore a quello deciso in sede di Gruppo Misto e circa 3000 euro per le spese processuali. Siccome questo ammanco di insegnanti dura per almeno 3/4 mesi, si parla di circa 7000 euro a ricorso, che moltiplicati per 100 mila fa 700 milioni di euro di danno erariale, motivo per cui si è deciso di presentare  l’esposto alla Corte dei Conti in cui denunciamo questa pratica indegna di un paese civile da parte del Miur. E va avanti da 10 anni”.

Evoluzione “La situazione sta peggiorando; è intervenuta il D.L.Vo 66/2017, è una delle leggi attuative della ‘Buona Scuola’. Già da gennaio stiamo facendo una battaglia contro questa legge; da un tavolo tecnico organizzato a Palermo nel gennaio 2017 è venuta fuori una realtà nazionale di 30 associazioni che si sono federate, costituendo la FIRST (Federazione italiana rete sostegno e tutela delle persone con disabilità). La legge prevede, in barba a tutte le regole delle supplenze che prevedono una successione legata alle graduatorie, che, qualora l’insegnate precario nominato quest’anno (la legge entra in vigore l’anno prossimo), di concerto con il dirigente scolastico, abbia trovato gradimento presso i genitori, questi possono chiedere la riconferma di quell’insegnante di sostegno precario.

L’unica vera continuità didattica però si avrà solo nel momento in cui tutti i posti in deroga saranno trasformati in organico di diritto. In questo modo anche le migliaia di persone che dal sud sono finite a lavorare a nord avranno la possibilità di tornare. La legge è stata fortemente criticata anche dallo stesso Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, che ovviamente disconosce quelle regole, in particolare legate alla continuità. 

Se mettessero a bilancio, un miliardo di euro, la stessa cifra che abbiamo sperperato in questi anni, noi tutti avremmo il posto di diritto e gli alunni avrebbero la continuità”. Gli uffici periferici “Gli Uffici scolastici regionali sono al collasso, non fanno altro che applicare le disposizioni provenienti dal Miur. Gli operatori e dipendenti provinciali sono pochissimi e si occupano di tutto”. 

“Offriamo aiuto legale gratuito a famiglie e insegnanti. Abbiamo dei legali a disposizione che possono seguire eventuali ricorsi. L’Osservatorio vive con un contributo di soli 30 euro all’anno, grazie a cui riusciamo ad operare.” Che Fare?
Ai genitori suggerisco di prendere contatto con le associazioni di categoria federate presso la FIRST ed eventualmente informarsi anche grazie all’Osservatorio dei Diritti Scuola. Bisogna sollevare il problema a livello regionale, bisogna cioè impugnare i decreti attuativi degli uffici scolastici regionali, per poi arrivare al Miur. Il ministero ha dirottato il compito di metterci una pezza, agli uffici regionali ma è a livello centrale che va sistemata la situazione. La protesta non va indirizzata verso gli insegnanti, che chiedono solo di lavorare, ma verso il Miur che condanna gli insegnanti e gli alunni a vivere una condizione di precarietà e non continuità didattica. Suggerisco infine di aprire gli occhi su quali sono le federazioni nazionali che stanno effettivamente difendendo e tutelando gli alunni con disabilità”.

Questione meridionale “Molti insegnanti sono stati costretti ad andare al nord, i trasferimenti si basano su una geografia dei posti disponibili falsa. Si basa su una valutazione dell’organico di diritto volutamente sbagliata. Politicamente hanno determinato l’allontanamento di insegnanti e lavoratori da sud verso nord, con cognizione di causa. L’obiettivo è quello di sostenere l’economia del nord. Quando migliaia di docenti vanno via da Palermo determinano il depauperamento del proprio territorio e sostengono l’economia di un’altra regione. 

L’articolo qui pubblicato è tratto da una intervista rilasciata a Cinzia Celeste della redazione de L’Attacco.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: