La misteriosa scomparsa delle assegnazioni provvisorie
Caro Ministero della Pubblica Istruzione,
Domenica 7 febbraio 2016 l’emendamento 1.64 al decreto Milleproroghe per concedere anche nell’anno scolastico 2016/17 l’assegnazione provvisoria agli assunti entro l’a.s. 2015/16 è stato ritirato. Il testo dell’emendamento prevedeva “Dopo il comma 10, aggiungere il seguente:
10-bis. Il termine dell’anno scolastico 2015/2016 di cui all’articolo 1, comma 108, penultimo periodo, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è prorogato, per l’assegnazione provvisoria sui posti dell’organico dell’autonomia nonché sul contingente di posti di cui all’articolo 1, comma 69, della legge n. 107 del 2015, all’anno scolastico 2016/2017 per i docenti assunti a tempo indeterminato entro l’anno scolastico 2015/2016.”
Fonti politiche autorevoli e di governo (Prof. Giacomo Tizzanini, staff tecnico del sottosegretario Davide Faraone) ci avevano rassicurato, precisando che l’emendamento era stato ritirato perché cosi com’era formulato non aveva il parere favorevole da parte del MEF; il rischio di essere bocciato avrebbe portato la relatrice del PD Gasparini al ritiro dell’emendamento 1.64 per essere riformulato e ripresentato martedì. Martedì 9 febbraio 2016 viene invece posto il voto di fiducia sul Decreto Milleproroghe. L’emendamento sulle assegnazioni dunque rimane fuori dal Milleproroghe.
A questo punto sorge un problema politico, poiché è noto a tutti che questo emendamento non comportava costi aggiuntivi per lo Stato. Infatti, il docente che ha sempre lavorato in una determinata provincia, ovunque sia entrato di ruolo, se chiede una assegnazione provvisoria dalla propria sede di titolarità, andrà a coprire un posto in organico di fatto o un posto, in caso di sostegno, in deroga. Posti che comunque sarebbero andati ad un supplente. Su due posti “disponibili”, uno dei due sarebbe comunque assegnato ad un precario, perché l’insegnante di ruolo può rimanere o sulla sede di titolarità o su quella richiesta per l’assegnazione provvisoria. Quindi che la supplenza venga data ad un insegnante in una provincia o in un’altra lo Stato avrebbe speso la stessa somma. Cambierebbe invece molto in caso di concessione dell’assegnazione per i lavoratori, che non sarebbero costretti a lasciare famiglie e ad affrontare spese assurde nella provincia diversa da quella di residenza e cambierebbe soprattutto per quegli alunni che continuerebbero ad avere gli stessi insegnanti avuti negli anni precedenti; la famosa continuità didattica, che specie sul sostegno, diventa di fondamentale importanza per il successo formativo ed educativo del discente.
Allora, da cittadino, da padre e da insegnante, rivolgo un appello a rivedere questa Vostra scelta, che ho difficoltà a comprendere, perché sembra che il MEF abbia di fatto condizionato la scelta di un altro Ministero e addirittura di una Commissione, di fronte all’evidenza di un “non costo”, quindi esercitando di fatto una scelta politica e di conseguenza la gestione amministrativa del personale dei diversi Uffici Scolastici Regionali.
Non potendo più contare sul Milleproroghe, invito chiunque ne abbia titolo a segnalare quale possa essere la successiva misura legislativa entro cui inserire il provvedimento di proroga della concessione delle assegnazioni provvisorie in deroga al vincolo triennale per gli insegnanti neoassunti. Nel caso la richiesta non possa essere accolta, chiedo cortesemente di chiarire a me e per il mio tramite a migliaia di insegnanti in ansiosa attesa, quali sono le ragioni politiche del rigetto. Fiducioso di un favorevole accoglimento della presente richiesta porgo distinti saluti.