Piattaforma programmatica insegnanti
Questo documento raccoglie le istanze di migliaia di docenti appartenenti a gruppi e comitati nati spontaneamente a seguito del piano di assunzioni straordinario ex L. 107/2015 e titolari, per il tramite del famoso algoritmo “impazzito”, fuori dalle proprie regioni e province, ma anche di molti docenti che, assunti ante legem, da decenni sono immobilizzati lontani dai loro territori di origine e di tutti quei docenti che ritengono che la cosiddetta “Buona Scuola” abbia arrecato danni a tutto il sistema della Pubblica Istruzione. Lei ricorderà sicuramente le proteste e le polemiche che si sono scatenate al momento delle assunzioni fuori regione della cosiddetta fase B della L.107 nel settembre del 2015, seguite poi da ulteriori manifestazioni di dissenso nell’estate del 2016, dopo gli esiti della mobilità obbligatoria gestita nuovamente da un algoritmo che ha sparpagliato i docenti assunti dalla “Buona Scuola” sul territorio italiano. Migliaia di docenti che per anni avevano lavorato in virtù dei loro alti punteggi e dei loro titoli nella loro provincia, si sono visti assumere in ruolo a migliaia di chilometri senza alcun criterio logico, la maggior parte delle volte andando a ricoprire cattedre sulle quali non avevano mai lavorato un solo giorno e vedendosi negata la possibilità di continuare a ricoprire invece i posti sui quali avevano da sempre lavorato. Altrettanti docenti assunti ante 2014 , fra cui molti specializzati sul sostegno, con diversi anni di ruolo e pre – ruolo fuori regione, a causa dello stesso algoritmo “ impazzito”, hanno visto vanificarsi ogni speranza di agognato rientro. Come Lei ben sa questo fenomeno riguarda nella maggior dei casi le regioni del Mezzogiorno che si sono viste sottratte gran parte delle proprie risorse intellettuali e materiali. Il caso della “Buona Scuola” costituisce una novità assoluta nel panorama del reclutamento scolastico: i docenti della 107 sono stati gli unici ad aver partecipato ad un’assunzione su base nazionale, seguita poi da una mobilità obbligatoria anch’essa su base nazionale. Sono circa 25 mila i docenti interessati da questo esodo, con un’età media di 50 anni e in moltissimi casi donne e madri. Un piano devastante, che si è abbattuto non soltanto sui docenti neoassunti, costretti ad accettare incarichi a migliaia di chilometri da casa, ma anche sui docenti ante Legem che già si trovavano fuori sede da molti anni e che, a seguito dei ben noti errori dell’algoritmo della Mobilità 2016, non hanno più fatto ritorno a casa. La L. 107 ha istituzionalizzato la disparità di trattamento tra lavoratori di uno stesso settore (si pensi al doppio regime ancora in essere della titolarità su scuola piuttosto che su ambito). Ministro, crediamo in una scuola in cui la collegialità debba essere sovrana insieme alla condivisione, alla uguaglianza ed alla pari dignità tra i docenti, concreta ed effettiva perché prima di tutto realizzata giuridicamente. Vorremmo vedere scomparire le disuguaglianze e siamo convinti che per realizzare ciò sia necessario partire innanzitutto dal risanamento delle ingiustizie già compiute. Fino a questo momento nessun provvedimento definitivo è stato messo in atto e lo stato dei fatti è rimasto pressoché immutato. Per questo, Ministro, Le inviamo la piattaforma di intenti costruita e condivisa dai comitati e gruppi spontanei che rappresentiamo, convinti che Lei saprà dare ad essa la giusta attenzione. Tale piattaforma è stata già accolta ed approvata in moltissimi consigli comunali della regione Sicilia e recentemente anche in alcuni comuni dell’Abruzzo e della Calabria.
Per quanto sopra esposto
Chiediamo il Suo intervento e del gruppo politico che Ella rappresenta, affinché siano intraprese dal MIUR, tutte le soluzioni possibili per l’attuazione di un organico ed urgente piano di rientro degli insegnanti delocalizzati al nord, anche attraverso la formazione di un tavolo tecnico al Miur con una rappresentanza di docenti in mobilità.
PIATTAFORMA CONDIVISA
- Piano di rientro definitivo da realizzare entro la fine del prossimo anno scolastico per tutti i docenti assunti fuori dalla propria regione con emendamenti da presentare dentro la Legge di Bilancio o tramite un decreto specifico. Il MIUR deve intraprendere tutte le soluzioni possibili per l’attuazione di un organico ed urgente piano di rientro degli insegnanti fuori regione e provincia, anche attraverso la formazione di un tavolo tecnico al Miur con una rappresentanza di docenti in mobilità e la volontà di stabilire un incremento considerevole della quota posti riservata alla mobilità interprovinciale nel futuro contratto collettivo nazionale che verrà discusso il prossimo autunno 2018 (il 30 percento sancito negli ultimi due contratti collettivi con i numeri in gioco non può evidentemente bastare)
- Trasformazione di tutti i posti in organico di fatto (non stabili ma necessari alla scuola ogni anno) e dei posti in deroga sul sostegno in posti di diritto (cioè stabili). In Italia i posti in deroga sono tra le 40 mila e le 50 mila unità. Ciò è alla base della discontinuità didattica per gli alunni con disabilità. Tale trasformazione permetterebbe il rientro di tutti gli insegnanti specializzati assunti fuori regione, la piena occupazione degli insegnanti specializzati ancora presenti nelle graduatorie dei precari e la stabilizzazione dei nuovi insegnanti specializzandi. Inoltre in considerazione delle criticità sollevate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione sul decreto 66/2017 e della opposizione della FIRST, si chiede la totale revisione della stessa.
- Allineamento dei posti di sostegno in funzione del rispetto della 104 superando l’attuale indicazione del rapporto 1:2 o 1:4 per art. 3.3 e 3.1, per altro non presente in alcuna normativa, evitando che lo Stato continui a pagare per effetto delle sentenze dei Tribunali in conseguenza dei ricorsi delle famiglie degli alunni disabili (in dieci anni danno erariale di 700 milioni in Italia).
- Possibilità di nominare i docenti di ruolo sprovvisti di titolo di specializzazione richiedenti assegnazione provvisoria su posti di sostegno in deroga, solo dopo l’esaurimento di tutti i docenti specializzati che ne fanno richiesta e accantonamento del numero dei posti assegnabili in supplenza al personale precario specializzato. Questo perché diversamente i posti in deroga sul sostegno verrebbero coperti da personale chiamato tramite domande di messa a disposizione. Crediamo che sia più opportuno consentire ad un docente con anni di esperienza alle spalle di occupare quei posti. I posti in deroga sul sostegno sono moltissimi, e servono a garantire il diritto all’istruzione ed all’integrazione degli studenti disabili e ogni anno si arriva ad esaurire le graduatorie dovendo ricorrere alle messe a disposizione. Questo punto ed i seguenti sono particolarmente importanti in questo momento in cui devono riprendere le trattative per la contrattazione integrativa nazionale per le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie che potrebbe recepire subito queste proposte.
- Possibilità di nominare in assegnazione provvisoria i docenti titolari sul sostegno non soddisfatti su posto di sostegno anche su posto comune e in deroga al vincolo quinquennale, in coda ai docenti titolari su materia.
- Diritto ad assegnazioni provvisorie annuali con possibilità di indicare per il ricongiungimento più di una provincia in coda a quella di residenza (come avvenuto già per gli idonei inseriti in graduatoria di merito) e relative alla Regione di residenza.
- Attivazione dei corsi per conseguire la specializzazione sul sostegno e altre abilitazioni per tutte le categorie di insegnanti e di tutti gli ordini (anche della scuola primaria e dell’infanzia) ai sensi del decreto legislativo 59/2017 (art. 4 comma 3), entro l’autunno 2018. La carenza di personale specializzato per le attività didattiche di sostegno è notevole, soprattutto al Sud, anche alla luce del fatto che molti docenti con titolo per il sostegno sono dislocati nel centro – nord, senza possibilità di rientro e il cui rientro in ogni caso non basterebbe a soddisfare le richieste di personale specializzato e dunque a realizzare il diritto allo studio degli alunni con disabilità.
- Rispetto del limite massimo di 20 alunni per ogni sezione/classe se al suo interno è presente un bambino con disabilità grave e previsione di un numero che non superi 22 alunni per ogni sezione/classe per garantire il diritto allo studio, facendo leva sulla normativa sulla sicurezza in modo da permettere, entro i termini di legge, di autorizzare più classi e quindi anche più posti per gli insegnanti. (Ciò permetterebbe di stabilizzare gli organici aldilà dell’eventuale flessione della natalità).
- Superamento del doppio regime di titolarità su ambito /scuola a favore della titolarità su scuola per tutti e ritorno al sistema meritocratico del punteggio maturato.
- Ripristino compresenze, tempo scuola e materie soppresse dalla riforma Gelmini.
- Rispetto delle finalità e utilizzo didattico del POTENZIAMENTO contro la pratica del “tappabuchismo”.
- Ampliamento del tempo scuola (prolungato, 30/36/40 ore) per offrire maggiori opportunità formative alle giovani generazioni, in una terra dove è opportuno coltivare valori di legalità, onestà e trasparenza con più incisività soprattutto in quelle realtà dove recluta la criminalità organizzata. E’assolutamente inaccettabile che le uniche regioni a pagare le conseguenze di una iniqua scelta di carattere politico, siano quelle del Sud dove tanto per fare un esempio banale le scuole primarie hanno un tempo Pieno pari al 4% mentre al nord hanno fino al 90%, così come non esiste Tempo Prolungato con ricadute importanti sull’offerta formativa in territori ad alto rischio di illegalità, dispersione etc. mentre la scuola dell’Infanzia è principalmente affidata alle iniziative private e non risponde alle richieste delle famiglie.
- Presenza maggiore di scuola nelle carceri.
- Istituzione di un numero maggiore di sezioni per l’infanzia perché da lì nascono le pari opportunità.
- Utilizzazione dei docenti, in possesso delle dovute abilitazioni e superato l’anno di prova, anche per altri ordini e gradi, anche i docenti di sostegno con titolo polivalente su un solo ordine
- Chiarimento dei termini e criteri per la definizione del PTOF e del conseguente organico del potenziamento, dal quale potrebbero essere autorizzati altri posti per attività di coordinamento di progetti di reti scolastiche insieme a USR e AT
- Incentivo all’ora alternativa alla religione cattolica.
- Previsione di un incremento degli organici al fine di favorire la centralità della scuola nel processo di accoglienza e di inclusione dei migranti in arrivo nella nostra Terra, anche attraverso piani concordati con l’Unione europea.
- Accorpamento degli spezzoni per formare quante più cattedre possibili, permettendo anche la costituzione di cattedre su tre plessi anziché solo su due.
- Istituzione di una convenzione con compagnie aeree da parte dello Stato per Docenti fuori sede.
- Istituzione della possibilità di uno sgravio fiscale dell’affitto nelle sedi del nord per Docenti fuori sede.Censimento dei docenti di ruolo titolari fuori dai propri luoghi di residenza e che chiedono di potervi ritornare al fine di evitare di bandire nuovi posti a concorso nelle province in cui ci sono docenti che mirano al rientro (precedenza alla mobilità)
Leonardo Alagna direttore di Osservatorio Diritti Scuola
Osservatorio Diritti Scuola
Coordinamento docenti fase C
Nastrini Liberi Uniti
Comitato 8000 esiliati fase B GAE
DISA 2014
Vittime errore algoritmo
Tic Tac Mondo scuola gruppo fb
Docenti Immobilizzati gruppo fb
Docenti sardi fuori regione e provincia
Docenti fuori sede per un piano di rientro
Mappa dei Comuni che hanno approvato la piattaforma di rivendicazione degli insegnanti siciliani
55 Comuni hanno approvato la piattaforma;
15 Comuni sono disponibili per l’approvazione;
26 Comuni in attesa di approvazione.
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Elenco dei comuni contattati per l'approvazione della piattaforma di rivendicazione degli insegnanti siciliani



















